Potenza Picena è uno dei tre comuni rivieraschi della provincia di Macerata. Costituito da due nuclei, quello collinare posto a 237 m. s.l.m., ricco di valori storico-artistici, e quello affacciato sul mare chiamato Porto Potenza Picena, conta 14.500 abitanti.
Nota sin dal Medioevo come Monte Santo, il comune assunse nel 1862 il nome moderno riferendosi alla città romana di Potentia, che però sorgeva nell’attuale territorio di Porto Recanati. Potentia scomparve dopo la fine dell’impero romano e la popolazione residua cercò rifugio sulle alture retrostanti e, si presume, anche nell’attuale territorio potentino.
Un documento del 947 attesta l’esistenza, sull’alto colle di Monte Santo, della pieve di S. Stefano, dipendente dal vescovo di Fermo (demolita alla fine del Settecento), e di un nucleo abitato attorno ad essa. Nel 1128 questo centro ottiene alcune autonomie dal vescovo fermano Liberto, ma si può parlare di un vero Comune solo a partire dal 1252, quando papa Innocenzo IV concede a Monte Santo la facoltà di eleggere il proprio podestà. Il territorio del nuovo comune si apre sul mare e perciò già nel 1199 si prevede la costruzione di un edificio fortificato lungo il litorale, probabile origine dell’attuale località di Porto Potenza.
La cittadina entra poi nelle vicende politico-militari della Marca di Ancona e nelle contese tra guelfi e ghibellini, così che negli anni 1316-18 viene devastata dai ghibellini di Osimo. Intorno al 1340 la sua popolazione si aggira sui 4000 abitanti e alcuni anni più tardi il cardinale Albornoz la classifica tra le terrae mediocres (comuni di media grandezza) della Marca. Nel XIV secolo sorge il palazzo del Podestà, ristrutturato tra Sette e Ottocento; esso era affiancato dalla Torre civica, ricostruita per la terza volta nel 1886.
L’economia era essenzialmente legata all’agricoltura anche se l’esistenza di un mercante di panni, i cui conti relativi al 1386-88 si conservano nell’archivio comunale, fa pensare che anche il commercio avesse qualche importanza per la cittadina. Un privilegio concesso da papa Clemente X nel 1672 relativamente alla fiera del 5 agosto mostra che il commercio dei panni era ancora vivo e si affiancava a quello della seta.
Nella prima metà del Quattrocento è documentata l’esistenza della Torre di S. Anna, a Porto Potenza, che faceva parte di un edificio fortificato (demolito dopo l’Unità d’Italia) a guardia della costa, custodito da un “capitano del Porto”.
La storia religiosa
La storia religiosa di Monte Santo è straordinariamente ricca, tanto che la cittadina, pur di dimensioni non grandi, arrivò ad annoverare 27 chiese e parecchi monasteri e conventi.
Già nella prima metà del Duecento si insediano a Monte Santo diversi ordini religiosi, come i francescani (1222-23), le clarisse (1227) e gli agostiniani (1250). I francescani trovano la propria sistemazione definitiva nel 1298 presso la chiesa di S. Nicolò, oggi detta di S. Francesco. Il monastero delle clarisse di S. Tommaso Apostolo è uno dei più antichi insediamenti di questo ordine e fu fondato da due consorelle di S. Chiara. Gli agostiniani edificarono il loro convento presso la chiesa di S. Maria Maddalena. Risalente alla metà del Trecento (o ad epoca anteriore) è il monastero delle benedettine di S. Caterina, legato alla nobiltà cittadina. Nel 1887 le suore acquisteranno palazzo Marefoschi, trasformandolo in convento, con l’annessa chiesa di S. Sisto. Alla fine del Quattrocento gli zoccolanti (francescani riformati) fondano il loro convento e costruiscono la loro chiesa dedicata a S. Antonio da Padova, non lontano dalla città.
Chiese di origine medievale sono: S. Giacomo con il suo ospedale, la Madonna delle Grazie, sorta da un’edicola sacra del primo Quattrocento e la Madonna della Neve. Uno dei luoghi di culto più cari agli abitanti di Monte Santo era (ed è) il santuario di S. Girio, edificato nel 1298, ma ricostruito nel 1560 e ampliato nel 1936. Secondo la tradizione Girio era un giovane francese morto durante un viaggio da Roma ad Ancona compiuto per imbarcarsi alla volta della Palestina.
Dal Cinquecento a oggi
Nel Cinquecento la rocca del Porto viene rafforzata a causa del pericolo rappresentato per tutto il secolo dalle incursioni barbaresche. Nel 1562 Monte Santo scampa al pericolo di diventare feudo del duca di Ferrara Francesco d’Este grazie alla ferma reazione della nobiltà e del popolo.
Nello stesso periodo una famiglia della nobiltà cittadina, i Bonaccorsi, edifica una villa con giardino sulla cresta di una collina rivolta verso la valle dell’Asola in prossimità del mare. Villa Bonaccorsi avrebbe subito a metà Settecento un notevole ampliamento ad opera di Pietro Bernasconi, che fece decorare i saloni e sistemò il vasto giardino all’italiana costituito da cinque terrazze attraversate da uno scalone centrale. Il vasto giardino era (ed è ancora) ornato da siepi statue, fontane, giochi d’acqua.
Nel XVI secolo si insediano a Monte Santo prima i cappuccini, che costruiscono la propria chiesa e il relativo convento sul Colle Bianco, e poi i gesuiti che giungono in città intorno al 1580 ed edificano nella prima metà del Seicento la vasta chiesa di S. Ignazio. La cittadina avrebbe avuto così un collegio gesuitico fino alla soppressione della Compagnia di Gesù nel 1773. Nel 1796 il capitolo della collegiata di S. Stefano, a causa della demolizione della chiesa, si trasferisce nella ex chiesa del Gesù cambiando in S. Stefano il titolo dell’edificio sacro.
Con l’invasione napoleonica i conventi vengono soppressi e le opere d’arte contenute nelle chiese ad essi annesse disperse.
Poco dopo l’Unità d’Italia furono completati i lavori per il Teatro comunale, ospitato in un’ala del Municipio, che sarebbe stato intitolato a Bruno Mugellini (1871-1912), notevole pianista potentino. La cittadina vanta una bella tradizione musicale, rappresentata nel Novecento dai maestri compositori Flavio e Arturo Clementoni.
Il Novecento ha visto il notevole sviluppo turistico e industriale della frazione di Porto Potenza Picena, apprezzata stazione balneare, ma nota anche per il benemerito Istituto Elioterapico S. Stefano, fondato negli anni Trenta per la cura della tubercolosi ossea. Alla fine degli anni Sessanta l’Istituto Santo Stefano diventa centro riabilitativo (uno dei pochissimi in Italia) per i giovani portatori di handicap. La crescita di questa importante struttura è proseguita ininterrottamente da allora e oggi il Santo Stefano Ribilitazione conta dodici centri in diverse regioni ed è uno dei principali gruppi per la riabilitazione in Italia.
Le tradizioni culturali di Potenza Picena sono oggi rappresentate dalla Biblioteca comunale e dalla Pinacoteca civica, mentre le tradizioni popolari trovano la loro espressione più tipica nella festa del Grappolo d’Oro che si tiene in settembre. A Porto Potenza la festa di S. Anna nel mese di luglio costituisce il clou delle manifestazioni estive. La buona qualità della sua spiaggia ha fatto conquistare a Potenza Picena dal 2008 a oggi la Bandiera Blu.
A cura di Pier Luigi Cavalieri