Montegranaro, collocato tra le valli del Chienti e dell’Ete, è tra i più importanti del tradizionale ed operoso distretto calzaturiero marchigiano, la cui vocazione alla produzione calzaturiera risale alla fine del XVIII secolo e si caratterizza per un’accurata attenzione alla forma, ai dettagli e ai materiali impiegati. Oggi è possibile acquistare questi prodotti di qualità direttamente in fabbrica, grazie a una fitta rete di spacci aziendali, che ha fatto sviluppare una nuova forma di turismo, di tipo commerciale, con una ampia clientela anche europea.
Di fondamentale importanza nell’economia locale è anche l’attività agricola, che è sempre riuscita a coesistere con il rispetto per il paesaggio e che si distingue per la produzione di miele, olio e vino.
L’aspetto più prettamente produttivo si affianca alla presenza di un rilevante patrimonio storico-artistico. Il centro, che, secondo la tradizione, sorgeva già in epoca romana con il nome di Veregra, diventò un sito importante a partire dal IX secolo d.C., con la presenza dei monaci farfensi, per poi diventare libero comune nel corso del secolo XIII.
L’antico abitato si sviluppa su un asse principale, lungo il quale sorgono gli edifici più importanti, che si allarga al centro del sito, formando la piazza centrale di forma allungata. Su questa si affaccia il settecentesco Palazzo Comunale, che ospitava un piccolissimo teatro smantellato negli anni cinquanta del Novecento. Questo teatro è stato sostituito dal Teatro La Perla, che organizza nella stagione invernale un ricco cartellone di spettacoli teatrali e concertistici e una qualificata rassegna di teatro per ragazzi.
Il centro, un tempo fortificato, era accessibile attraverso tre porte, una delle quali è oggi scomparsa. Nel piazzale antistante Porta Marina si trova la Chiesa di San Serafino, dedicata al frate cappuccino nativo di Montegranaro (1540-1604). All’interno si possono vedere un San Lorenzo di Nicola Monti (1736-1795), e San Crispino e San Crispiniano, santi protettori dei calzolai, a sottolineare la vocazione calzaturiera di questo territorio. Sono da vedere anche il bellissimo portale del Santissimo Salvatore, l’antica chiesa conventuale di San Francesco, ricostruita nel XVI secolo, e la barocca Chiesa di San Pietro.
Molto interessante è la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, il cui aspetto attuale risale al rifacimento settecentesco dell’antica chiesa di fondazione farfense. All’interno è conservata una pala raffigurante la Madonna con i Santi Filippo e Giacomo, titolari della chiesa, attribuita a Federico Barocci (1535-1612) e una Pietà di arte tedesca del XV secolo. Nella cripta, intitolata a Sant’Ugo, si trovano degli affreschi di stile romanico tra i più importanti della provincia. La decorazione, oggi staccata, risale al 1299 e raffigura delle scene della vita di Cristo, mentre alcuni riquadri appartengono ad un intervento posteriore, come la Crocifissione e la Madonna con bambino e angeli.
Monia Marzetti