Vino d.o.c. Lacrima di Morro d'Alba
CENNI STORICI
Il vino Lacrima di Morro d'Alba, riconosciuto a denominazione di origine controllata nel 1985, è conosciuto sin dai tempi remoti.
Sembra se ne parli in alcuni scritti risalenti all'epoca dell'antica Roma. Narra la leggenda che nel 1167 Federico Barbarossa lo poté apprezzare allorché , posto l'assedio alla città di Ancona, scelse come propria dimora il Castello di Morro d'Alba.
ZONA DI PRODUZIONE
Ricade nella Provincia di Ancona e comprende l'intero territorio comunale di Morro d'Alba, Monte San Vito, San Marcello, Belvedere Ostrense, Ostra e Senigallia, con l'esclusione dei fondi valle e dei versanti delle colline del Comune di Senigallia prospicenti il mare.
Le superfici certificate a DOC sono passate dai 7 ha. nell'anno di concessione della denominazione agli attuali 206 (dato 2005).
VITIGNO
Questo vino si ottiene da un vitigno autoctono antico, il Lacrima, che veniva tradizionalmente maritato all'olmo e all'acero e si coltivava nelle ricche alberate che caratterizzavano le colline del territorio di produzione.
Soltanto agli inizi degli anni ottanta alcuni produttori, convinti dell'opportunità di far conoscere il prodotto e di valorizzarlo, sostenuti dalla pubblica amministrazione, sono riusciti a ridare nuovo lustro a questo vitigno.
Il nome Lacrima deriva dal fatto che la buccia dell'uva, quando arriva al punto di maturazione, si fende, lasciando gocciolare, lacrimare, il succo contenuto. La buccia dell'uva Lacrima ha tuttavia uno spessore notevole, il che, in fase di macerazione, fa sì che la cessione di antociani, tannini e sostanze coloranti, sia enorme.
Il vitigno lacrima, in misura non inferiore all'85%, viene vinificato in presenza oppure con l'aggiunta di uve prodotte da altri vitigni a bacca nera, non aromatizzati, idonei alla coltivazione nella regione Marche, fino ad un massimo del 15% del totale.
Produzione massima per ettaro: 130 q.li per il prodotto base e passito; 100 q.li per il superiore
Resa massima dell'uva in vino: 70% (per la base e il superiore); 45% (per il passito)
Il vitigno Lacrima è estremamente versatile: si adatta bene alla vinificazione classica per la produzione di normali vini da pasto, va benissimo in macerazione carbonica per ottenere un novello con fragranze sopra la media ed è stupendo per la vinificazione in passito.
CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE
Alla vista: colore rosso rubino carico con riflessi violacei.
All'olfatto: profumo gradevole intenso abbastanza persistente, ampio, fruttato con riconoscimenti di frutta /ciliegia e prugna) e di fiori (rosa appassita e viola mammola).
Al gusto: asciutto, leggermente tannico, leggero di corpo abbastanza equilibrato.
Gradazione minima al consumo: 11^
Acidità totale: 4,5 per mille
PRODUZIONE
Vengono prodotti tre tipologie di vino:
- base (vendita consentita dopo il 15 dicembre dell'anno di vendemmia)
- superiore (gradazione minima 12^ - vendita consentita dopo il 1^ settembre dell'anno successivo alla vendemmia)
- passito (gradazione minima 15^ - vendita consentita dopo il 1^ dicembre dell'anno successivo alla vendemmia)
ACCOSTAMENTI GASTRONOMICI CONSIGLIATI
Vino che si sposa con i primi piatti tradizionali della Regione, con antipasti di pesce azzurro marinato o in carpione con lo stesso vino, con le carni bianche. Va bevuto alla temperatura di 18^C.
Vino da consumarsi giovane, preferibilmente tra il primo e il secondo anno per sentire le venature di fruttato che, col passare degli anni, diventano sempre più eteree.
Consorzio di Tutela della Lacrima di Morro d'Alba doc
Il Consorzio di Tutela della Lacrima di Morro d'Alba doc si è costituito nel 1993, secondo le norme previste dalle legge N.164/92 che regola la materia vitivinicola a livello nazionale. Ne fanno parte produttori di uve e di vino Lacrima di Morro d'Alba oltre che imbottigliatori operanti nel territorio di produzione.
Tra gli scopi e le finalità del consorzio ci sono il controllo, la tutela e la valorizzazione della produzione e commercializzazione della DOC, oltre che la promozione della sua conoscenza e diffusione.
Questo vino ed il suo vitigno omonimo, che rischiavano la sparizione a causa di una dissennata "politica degli espianti", sono stati salvati da alcuni intenditori lungimiranti che ne hanno ottenuto la doc . Oggi la sua limitata produzione è ricercatissima.
Le foto contenute in questa sezione sono state scattate e concesse dal sig. Perfrancesco Mingo
da www.comune.morrodalba.an.it