Il territorio di Filottrano ha una storia millenaria. I resti più antichi rivelano la presenza di una civiltà capannicola, databile al terzo millennio a.c. nelle località di Ripabianca (ai confini con Osimo) e Codarda (ai confini con Cingoli nei pressi del fiume Musone). Fin dalla metà del secondo millennio a.c. il territorio di Filottrano era parte integrante del Picenum. La civiltà Picena si è poi dovuta integrare, senza però perdere le sue peculiarità, con quella romana a partire dal III secolo a.c. In questo periodo sul territorio erano presenti alcuni insediamenti (per lo più ville rurali anche ricche e piccoli villaggi simili alle nostre fattorie, con annessi per la conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli) e molte case rurali sparse frutto della suddivisione in centurie del territorio operata dall’Imperatore Augusto. Nel IV sec. a.c. i Galli Senoni fondarono una “statio” nella zona di Ripabianca/Santa Paolina. Di questa civiltà, insediata fino a poco dopo la battaglia del Sentino, resta solo un sepolcreto, però tra i più importanti dell’Italia intera. Si tratta di una necropoli ad inumazione e comprende una ventina di tombe dalle quali provengono tre pezzi di notevolissima fattura: un torques d'oro, un fodero di spada decorato ed un elmo del tipo di Montefortino. Altri elementi particolari da citare sono: un grande bacile bronzeo per lavare i piedi, con anse a forma di due guerrieri corazzati alla greca che si battono; vasi a gabbia; situle con anse mobili ed in ultimo, poco conosciuti ma di estremo interesse, una serie di crateri a campana attribuiti al Pittore di Filottrano databili intorno al 350 a.C. (vasellame della stessa mano sono stati rinvenuti in Bulgaria ed in Grecia). Sulla data di fondazione della Città di Filottrano (l’attuale contro storico) non si hanno dati certi, probabilmente il primo nucleo è sorto intorno al VI secolo d.c. ad opera di profughi vittime delle scorrerie dei goti e dei longobardi. Gli storici fanno risalire il nome di Filottrano al condottiero longobardo Optrano da cui Mons Filiorum Optrani; il documento preso in considerazione è del 1187 dove Papa Gregorio VIII conferma all’Eremo di Fonte Avellana il possesso della chiesa di San Cristoforo di Mons Filiorum Optrani. Nel 1198 la città fu vittima delle scorrerie di Marcualdo Marchese della Marca Anconitana, e da quelle delle bande di Fra’ Moriale nel 1353. Nel XIV sec. il Cardinale Albornoz, legato pontificio, pose fine alle invasioni, ripristinando l’ordine civile e religioso, con le famose Leggi Aegidiane che imponevano la protezione della Chiesa sulla Marca. Gli statuti comunali risalgono al 1530, resi necessari in seguito all’incremento della popolazione. In questo periodo furono progettate e realizzate le più importanti costruzioni civili e religiose. Nel 1790 il Papa Pio VI elevò Monte Filottrano da terra a città modificandone il nome in Filottrano. Nel 1799 Domenico Silvi riuscì, con un gruppo di concittadini, a respingere l’invasione delle truppe napoleoniche che da Macerata ripiegavano su Ancona. Nel 1801 le Marche furono annesse al Regno d’Italia di Napoleone, mentre Filottrano venne aggiunta al dipartimento del Musone, per passare alla provincia di Ancona con il Regno d’Italia di Vittorio Emanuele II nel 1860. Dopo tanti figli sacrificati negli eventi bellici della Prima Guerra Mondiale, Filottrano attraversò momenti drammatici durante il Secondo Conflitto Mondiale. La città, al centro degli eserciti contrapposti, fu teatro per 10 giorni di una sanguinosa battaglia che si concluse il 9 luglio 1944 con il ripiegamento delle truppe tedesche. Fondamentale fu l’intervento della divisione paracadutisti Nembo del Corpo Italiano di Liberazione e del corpo Polacco, entrambi sotto il comando dell’VIII Armata britannica, che liberano la città dai tedeschi. Filottrano fu decorata di Medaglia d’Argento al Merito Civile il 29 settembre 1989 in ricordo dei momenti drammatici vissuti dalla popolazione nel luglio del 1944. Nell’anno 2002 il Capo dello Stato ha riconosciuto ufficialmente il titolo di Città conferito a Filottrano nel lontano 1790 da Papa Pio VI. fonte: www.comune.filottrano.an.it