Mostre d'Arte
dal  09 Ottobre 2021
al  07 Novembre 2021
 Macerata (MC)339.6374741  info@niewiem.org
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Descrizione

Vernissage con Giovanni Fontana, finissage con Maurizio Boldrini
La mostra Crepita la carta. Libri e vertigini di Emilio Villa animerà la “Sala degli specchi” della splendida Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata dal 9 di Ottobre sino al 7 di Novembre.

L’evento, realizzato con il contributo della Regione Marche e il patrocinio del Comune di Macerata, è ideato e organizzato dall’artista romano Fabio Orecchini, membro dell’impresa creativa non-profit Nie Wiem di Ancona e della sua compagine editoriale Argolibri, in collaborazione con la libreria Catap di Macerata, rappresentata da Virgilio Gobbi e Andrea Balietti, curatore della mostra.

Il catalogo dell’esposizione, elegantissimo libro-oggetto realizzato con pregiate carte differenti per ogni pagina, per la cura di Giorgiomaria Cornelio, ideato e curato graficamente da Lucamatteo Rossi, e stampato presso le storiche Grafiche Fioroni, accoglierà inoltre i contributi di Bianca Battilocchi, Gabriella Cinti e Marco Giovenale, a rappresentare tre diversi modelli di estensione e virtualizzazione villiana ai nostri tempi. Gli stessi autori saranno ospitati per il vernissage del 9 Ottobre (apertura mostra dalle ore 17) presso l’Auditorium della Biblioteca per presentare i loro studi e le loro pubblicazioni recenti; sempre nel pomeriggio, ospite d’onore, uno dei più importanti poeti sonori e visivi del mondo, il maestro Giovanni Fontana, che darà corpo, anima e voce ai Tarocchi di Emilio Villa con la sua performance “Omo en procinto de mortale letale jactura”. Mentre per l’evento di chiusura (7 Novembre) la mostra ospiterà il reading di Maurizio Boldrini, regista e interprete, fondatore del Minimo Teatro, voce unica nel panorama nazionale, capace di restituire le vibrazioni arcaiche e futuribili della mistica-poetica di Emilio Villa.

Sono oltre venti anni che assistiamo a quella che il critico Andrea Cortellessa ha giustamente definito una «Villa-Renaissance», con una intensificazione acuta, a dir poco contagiosa, di pubblicazioni, ritrovamenti di testi inediti, mostre, studi critici e nuove restituzioni, della ‘caosmogonia’ poetica ed artistica di Emilio Villa, oramai, finalmente diremmo, riconosciuto come uno dei massimi rappresentanti della cultura europea del secondo Novecento. Solo per restare agli ultimi anni, abbiamo “divinato” i suoi Tarocchi (Rovesciare lo sguardo. I Tarocchi di Emilio Villa, a cura di B.Battilocchi, Argolibri, 2020), scritti e sovrascritti per oltre un trentennio dall’autore, a partire dalle sue ricerche nell’ambito delle lingue e delle filosofie antiche e del misticismo, ci siamo perduti e ritrovati nei suoi labirinti alla ricerca di un’entrata-uscita nell’abisso della parola poetica (All’origine del divenire: il labirinto dei Labirinti di Emilio Villa, a cura di G.Cinti, Mimesis, 2021), mentre, per quanto riguarda le esposizioni a lui dedicate, ricordiamo Artisti sul Tevere. Fra Emilio Villa e Topazia Alliata a Roma, presso la Galleria Simone Aleandri, del 2018, il cui catalogo fu introdotto da Dacia Maraini, e la recentissima Un Atlante di Arte nuova. Emilio Villa e l’Appia Antica, presso il Complesso di Capo di Bove a Roma, ideata da Electa per le cure di Nunzio Giustozzi.

Attraversando a ritroso l’attività febbrile dell’autore di Affori, e le miriadi di costellazioni e arcipelaghi editoriali da lui fondati e affondati, creati dal nulla per esplosioni magmatiche e intuizioni geniali, o più semplicemente condotti da “magister” e alchimista della parola come materia instabile e pluriforme, assume un ruolo di fondamentale importanza la leggendaria avventura della casa editrice Foglio OG (in seguito rinominata La Nuova Foglio Editrice) di Pollenza, per la quale, nel bel mezzo degli anni ‘60, in compagnia degli artisti maceratesi Silvio Craia e Giorgio Cegna, Villa diede vita ad una delle più sorprendenti e avanguardistiche esperienze editoriali delle Marche e, ça va sans dire, dell’intero stivale.

Presentare proprio a Macerata una mostra su Emilio Villa e colmare le antiche teche della Biblioteca di curiosi oggetti poetici, libri d'artista unici e perlopiù introvabili, e rare carte manoscritte sparse e disperse dell’immaginario villiano, significa riscoprire e, almeno in parte, ‘restituire’ una delle più prolifiche e singolari esperienze che questa città abbia mai ospitato in fatto di ricerca poetica e sperimentazione artistica. Da questa straordinaria stagione provengono i libri sulle celebri Idrologie (sfere testuali di plastica trasparente contenenti acqua e firmati Villa, Craia, Cegna); i titoli perduti della fantomatica collana Lapsus diretta dallo stesso Villa (che riunisce autori quali Claudio Parmiggiani, Corrado Costa, Giulio Turcato, ecc.); l'inudibile disco in cartone intitolato DISCOrso; il fuori-formato Green, opera-libro polimaterica, tesa alla ricerca di una estrema concrezione testuale su materiali poveri; o ancora il cibernetico Brunt H Options 17 eschatological madrigals captured by a sweetromantic cybernetogamig vampire, by villadrome, realizzato in pochi esemplari unici con varianti e interventi a mano su copertina e testo. Queste opere, insieme a molte altre pubblicate in Italia e all’estero dagli anni sessanta ad oggi, tra cui la Scrittura luminosa realizzata a partire dalle confezioni in cartone “forato” degli imballaggi delle banane, o le misteriose carte dei Tarocchi dipinte dall’artista Mario Padovan con testi originali di Villa, a manifesti in copia unica e a “crepitanti” fogli sciolti e manoscritti (come non citare una preziosa agenda del 1980 contenente gli studi preparatori per il celebre catalogo Pittura dall'India tantrica : Mantra Mandala Yantra) saranno esposte come tracce da seguire - o come sonde - per immergersi nella straripante ricerca di Emilio Villa (1914-2003) poeta, scrittore, promotore d'arte, traduttore e biblista, geniale e polimorfo interprete di quella che Stelio Maria Martini definì una «avanguardia permanente».


 

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