Tesori d’arte e di fede

Da sempre Loreto rappresenta uno dei centri mondiali della religione cattolica e una delle mete predilette di centinaia di migliaia di pellegrini che da tutto il mondo muovono verso il piccolo centro marchigiano in visita soprattutto alla Santa casa di Nazareth.

Sotto il profilo artistico e architettonico Loreto è uno dei centri più importante delle Marche, che ospita un vastissimo patrimonio di beni culturali.
Narra la tradizione che la notte del 10 dicembre 1294 giunse sulla costa marchigiana dalla Palestina, trasportata in volo dagli angeli, la Santa Casa di Nazareth dove la Madonna ebbe l'Annunciazione dell'Angelo.

All'interno della Santa Casa era venerata un'icona della Vergine dipinta su legno che, a causa del suo colore scuro, originò la tradizione del culto della Madonna nera.

L'enorme manifestazione di devozione di cui il santo sacello fu fatto oggetto da tutta la Cristianità, spinse i romani pontefici a sviluppare la costruzione di imponenti architetture capaci di testimoniare l'importanza del luogo e la magnificenza della Chiesa.

L’edificio più illustre e importante è il Santuario che ospita la Santa Casa e che custodisce opere di inestimabile valore: la bellissima volta della Sagrestia di san Marco affrescata tra il 1479 ed il 1480 da Melozzo da Forlì, quella di san Giovanni affrescata nel 1481 da Luca, l'affresco della sala del Tesoro di Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio. Di grande fascino sono i dipinti di Federico Zuccari nella cappella dei duchi di Urbino corredati dagli splendidi stucchi del Brandani.

Nel 1556 morì a Loreto oblato della santa Casa il grande pittore Lorenzo Lotto, lasciando al santuario tutte le sue opere che si possono oggi ammirare nella pinacoteca della Santa Casa, insieme ad alcuni splendidi affreschi di Pellegrino Tibaldi staccati dalle cappelle laterali della navata della basilica.

L'enorme importanza attribuita dalla Chiesa alla reliquia dalla Santa Casa, spinse Papa Giulio II ed i suoi successori a progettare un'opera senza precedenti capace di magnificare la centralità in merito al culto mariano. L'incarico fu affidato nel 1509 a Donato Bramante che, sulla scorta degli archi di trionfo studiati a Roma, concepì lo straordinario rivestimento marmoreo con il quale furono cinte le sacre mura. Il progetto passò quindi nelle mani di Andrea Sansovino, Antonio da Sangallo e Raniero Nerucci.

Si tratta indubbiamente del più grande e completo ciclo scultoreo del Rinascimento mondiale. Nel Santuario di Loreto spicca anche l'ingente quantità di opere d’arte bronzee, che fecero della scuola di scultura bronzea lauretano - recanatese una delle più alte del tardo Rinascimento italiano. La genesi di questa tradizione avviene all'interno della fiorente bottega di Aurelio e Girolamo Lombardi, responsabili della decorazione statuaria nella basilica di Loreto a partire dal 1540. Nel corso dei secoli il santuario, dietro donazioni rilasciate dai fedeli, costituì un patrimonio di oreficeria e di oggetti d'arte di straordinario valore. Parte del "tesoro" della Santa Casa (stimato in sette milioni in oro e argento alla fine del sec. XVIII) lasciò Loreto alla volta di Roma nascosto in grosse botti su carri agricoli per sfuggire alle depredazioni napoleoniche: non fece mai più ritorno. La restante parte fu saccheggiata dai francesi. 

Il tesoro ricostituitosi dopo il 1815, venne rubato nel 1972. Restano tuttavia, custodite nelle 28 sale del museo della Santa Casa, opere d'arte di immenso valore artistico. Tra tutte campeggiano le ultime opere di Lorenzo Lotto, la meravigliosa collezione di maioliche urbinati (oltre 500 pezzi) delle botteghe di Orazio Fontana e dei Patanazzi donata al santuario dai duchi di Urbino; gli arazzi fiamminghi tessuti su cartoni di Raffaello Sanzio. Si possono inoltre ammirare i preziosi mobili e la stanza dove i pontefici in visita a Loreto hanno sempre dormito. Di particolare bellezza sono i cartoni preparatori del Maccari per gli affreschi della cupola.

Opere di artisti contemporanei danno continuità alla tradizione artistica del santuario.

(Barbara Capriotti)

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  • citta: LORETO
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