Lissa, nome infausto per l’Italia a motivo della battaglia omonima, combattuta nelle sue acque il 20 luglio 1866. Non fu la sola battaglia questa.Ce ne furono altre due nel periodo napoleonico: una quella del 22 ottobre 1810 con la vittoria della flotta franco-italiana che catturò molte navi e marinai della flotta inglese.
L’anno dopo, il 13 marzo 1811, altro scontro tra navi inglesi e franco-italiane; Dubordieu, il vincitore della battaglia del 22 ottobre 1810, ha adesso la peggio: perde 4 navi, molti marinai ed egli stesso muore in battaglia.
I caduti e prigionieri della flotta inglese comandate da Hoste sono 200.Ma la battaglia più famosa fu quella del 20 luglio 1866.
Il Regno d’Italia proclamato 5 anni prima, aveva unito la flotta dell’ex Regno di Napoli con la flotta sarda, ma non vi era stata una amalgama; fra gli ufficiali, non v’era coesione e il comandante in capo l’Ammiraglio Carlo Pellion di Persano, godeva di poca stima e fiducia tra gli ufficiali della sua flotta.Dalla parte austriaca c’era l’Ammiraglio Tegetthoff giovane e dinamico.
L’Ammiraglio Persano non voleva dar battaglia; conosceva le carenze della flotta ma ordini imperiosi del governo lo costrinsero allo scontro. Come nelle due precedenti battaglie, Ancona fu la base navale da cui partì la flotta.
Persano salpò le ancore da Ancona il 16 luglio e si diresse verso Lissa. Il 18 e il19 luglio ci fu l’attacco ai forti.
Al mattino del 20 luglio, giunge nelle acque di Lissa la flotta di Tegetthoff in formazione a cuneo e attaccò la flotta italiana che disponeva di 31 navi di cui 12 corazzate contro 27 navi austriache di cui 7 corazzate. Per carenze di comando, la lotta si frazionò tra nave e nave. Colarono a picco la Re d’Italia e la Palestro.
Alla fine della giornata, Tegetthoff diresse la sua squadra verso Pola.
Persano cercò di ricostituire una linea e riprendere l’attacco ma non vi riuscì e rientrò in Ancona.
Sottoposto a Consiglio di Guerra e riconosciuto colpevole, Persano è condannato alle dimissioni e alla perdita del grado.
Solo e dimenticato morirà il 28 luglio 1883 (il giorno prima della nascita di Benito Mussolini).
Il ricordo dell’onta di Lissa (620 caduti e 49 feriti, 2 corazzate perdute da parte italiana contro 38 caduti e 138 feriti austriaci) peserà a lungo negli annali della storia d’Italia, anche se analizzando spassionatamente l’evento, fu combattuta tra marinai quasi tutti di lingua italiana; gli ordini alla flotta austriaca venivano impartiti in dialetto veneto.
Gabriele Nepi