Museo Malacologico Piceno

STORIA
Il museo nasce nel 1977 a Cupra Marittima dalla necessità di esporre al pubblico la consistente collezione di conchiglie di Tiziano e Vincenzo
Cossignani. Muove i primi passi con sedi provvisorie e con la organizzazione di mostre in varie città d'Italia e con l'istituzione di un museo didattico presso le scuole elementari di Cupra Marittima.  Dal 1988 il Museo trova collocazione nella sede definitiva in via Adriatica Nord, 240.
La costruzione, una struttura prefabbricata pesante di 3.000 metri quadri di superficie utile, oltre all'area espositiva contiene una sala convegni per
200 persone, una sala didattica per 80 studenti, una sala proiezioni con 50 posti, una biblioteca, un laboratorio per la tipizzazione delle conchiglie e la fotografia, un negozio e pareti attrezzate per la pinacoteca e la piastrelloteca malacologica. Il museo dispone di un doppio sistema di videocontrollo. Il fronte espositivo delle bacheche e delle vetrine è di 1800 metri lineari; 460 sono i corpi illuminanti. Gli esemplari esposti sono oltre 900.000 mentre quelli conservati nelle collezioni di studio del museo sono più di 9 milioni. La struttura dispone di un ampio parcheggio; a breve distanza operano ristoranti, hotel e campeggi.

 

LIBRI E RIVISTE

Fin dal 1500 molti autori hanno trattato su migliaia e migliaia di volumi l'affascinante mondo delle conchiglie, peraltro la conoscenza di dati e fatti in una scienza ben definita come la Malacologia è presupposto indispensabile per chiunque voglia, in qualche maniera occuparsi di conchiglie.
Fra gli Autori del passato qualche nome è d'obbligo: Linneo, D'Argenville, Lamarck, Gmelin, Martini, Sowerby, Gray, Kiener, Chemnitz.
Nella Biblioteca Malacologica del Museo sono presenti oltre 3000 volumi e rappresentano uno strumento di lavoro essenziale, così come lo sono le numerose riviste specializzate.
Per avere un inquadramento della malacologia vi sono alcuni testi, anche in italiano, che la direzione del Mostra Mondiale Malacologia è disponibile a consigliare.
Per coloro che sono più avanti, non mancano testi monografici, e revisioni (per lo più in inglese), elencati nella rivista "Malacologia" e disponibili presso la Libreria del Museo Malacologico Piceno di Cupra Marittima, una delle più fornite in ambito europeo.
Il Museo ha una propria rivista trimestrale "Malacologia Mostra Mondiale" edita da L'Informatore Piceno, fondata nel 1988.

RELIGIONE E ARTE

Museo
Malacologico
Piceno

Le conchiglie in varie epoche e in differenti parti del mondo hanno avuto un utilizzo rituale ed un significato religioso e simbolico.

Non a caso la Venere nasce da un pecten, Visnù regge in una delle sue quattro mani un Xancus pyrum, San Jacopo di Compostella eleva a "santa " una "cappa": il Pecten jacobeus.
Tutta la comunità indù, fedele a Visnù, considera sacra la pesante conchiglia bianca, vero e proprio elemento di richiamo specie quando la sua spira si svolge in senso antiorario.
Non sono poche le chiese cristiane che utilizzano la valva della Tridacna gigas come acquasantiera, tanto che i francesi chiamano questa conchiglia comunemente "bénitier" e non pochi sono i sacerdoti che utilizzano una conchiglia per versare l'acquasanta nel battesimo.
Nel mondo degli artisti le conchiglie hanno sempre rappresentato un soggetto fondamentale; a parte Botticelli sono divenuti memorabili Rembrand con un Conus marmoreus, Arciboldo con i suoi "bestiari", Giorgio Morandi con le sue nature morte, Enrico Baj con le conchiglie applicate nelle sue opere, Valeriano Trubbiani con le sue sculture malacologiche e tanti altri.
Il Museo Malacologico dedica un'attenzione particolare alla conchiglie nell'arte con esposizioni permanenti e con mostre temporanee
.

 

CAMMEI

Sei delle oltre centomila specie di conchiglie esistenti al mondo, da oltre un secolo, vengono sfruttate nella glittica e consentono la realizzazione da parte di valenti artisti, soprattutto concentrati a Torre del Greco, di cammei.
Gli artisti torresi sfruttano le differenze cromatiche fra i vari strati che compongono talune conchiglie e quindi riescono ad ottenere contrasti di colore che si concretizzano in volti e figure in rilievo.
Le conchiglie maggiormente utilizzate sono: Cassis madagascariensis, Cypraecassis rufa, Cassis cornuta, Cypraea tigris, Strombus gigas e Pinctata margaritifera; le prime quattro sono in assoluto le più sfruttare, mentre le prime due sono quelle che più si prestano per la realizzazione di cammei pregiati.
Le principali fasi di lavorazione dei cammei sono: la scoppatura, la segnatura, la sagomatura, l'aggarbatura, la messa in pece, il disegno, l'abbozzatura, l'incisione, la rifinitura, la lucidatura e la sgrassatura.
Nel Museo Malacologico di Cupra Marittima una intera sezione è dedicata al mondo dei cammei e, periodicamente, vengono presentati nuovi elaborati realizzati dai maestri incisori di Torre del Greco. Il Museo, nel 1993, si è fatto promotore di una monografia: "Cammei: gioielli dalle conchiglie" di T. Cossignani, edito da L'Informatore Piceno che permette di scoprire i mille segreti di un'arte gelosamente custodita nel napoletano.
La pubblicazione è l'unica del genere esistente e presenta anche le opere recenti di tutti i maggiori incisori viventi.
Le conchiglie utilizzate dai cammeisti si prestano per una infinità di cose. La parte principale (coppa) viene utilizzata naturalmente per i cammei e nelle conchiglie più grandi della Cassis madagascariensis, anche una parte interna (seconda coppa) può essere incisa così come la parte basale chiamata "coronella"; di ciò che resta viene praticamente utilizzato tutto.
Il labbro spesso della conchiglia può dare pallini, barilotti ed ovalini per spille, orecchini e collane, apprezzate specie se ricavate dalla Cypraecassis rufa ("corniola"), dallo Strombus gigas ("conchiglia rosa") e dalla Pinctata margaritifera ("madreperla").
Taluni labbri di conchiglia vengono intagliati velocemente così da realizzare statuine portafortuna, altri invece vengono scolpiti così da ottenere componenti figurate per oreficeria. Dalla carcassa residua della Cypraecassis rufa, privata della coppa, gli artigiani di Torre del Greco ricavano portalumini venduti nei santuari o souvenir per le località di
villeggiatura.
In tanti hanno cercato di imitare gli incisori di cammei con macchine e pantografi, ma l'irregolarità delle conchiglie non si presta per produzioni di serie e l'unica cosa che sono riusciti a fare in Cina è solo la riproduzione di cammei in plastica che comunque non hanno nulla a che fare con i capolavori di Torre del Greco.
La conchiglia che può essere incisa in serie e con frese elettriche è la Pinctata margaritifera, per il fatto che ha uno strato monocromatico di madreperla ma anche per questo è l'unica che permette cammei iridescenti, senza quei contrasti di colore che danno pregio all'incisione.

 

LA MADREPERLA

Le conchiglie sono costituite, per la quasi totalità, di carbonato di calcio in forma di calcite e di aragonite. L'aragonite ha struttura lamellosa, parallela alla superficie interna, costituisce l'ipostraco, ossia la madreperla con la sua tipica iridescenza.
Non tutte le conchiglie hanno la madreperla, ma ve ne sono alcune che, ad eccezione dello strato esterno, sono completamente madreperlacee ed in virtù di questa peculiarità vengono sfruttate per la realizzazione di manufatti preziosi ed utili.
Per far affiorare la madreperla è sufficiente una modesta decorticazione con mola abrasiva o acido corrosivo, eliminando così quello strato di conchiglia non iridescente composto di calcite (ostraco). Talvolta è necessario eliminare anche il periostraco, una sorta di cuticola chitinosa che riveste molte conchiglie.
La madreperla la si trova in bivalvi e gasteropodi, in conchiglie di molluschi marini, ma anche acquadulcicoli, spesso è allo stato puro, altre volte è frammista a calcite quindi con iridescenze irregolari e non sempre spettacolari; in talune conchiglie ha uno spessore considerevole, mentre in altre ha uno strato sottile.
I molluschi bivalvi dotati di conchiglia madreperlacea hanno solitamente la capacità di produrre perle con lo stesso materiale che è in grado di produrre per realizzare il proprio guscio.
La conchiglia migliore e più usata per la madreperla è la Pinctata margaritifera, seguita dal Trocus niloticus (assai conosciuto dai fabbricanti di bottoni), dal Turbo marmoratus e dalle Haliotis.
Posate, bottoni, mosaici, manici di utensili, ventagli, binocoli, intarsi, tasti per strumenti musicali, souvenirs, oggetti votivi, cammei, e collane non sono che una elencazione sommaria di ciò che si fa nel mondo con la madreperla.

 

 

BOTTONI DI MADREPERLA

L'oggetto d'uso che più utilizza nel mondo le conchiglie di madreperla (e da qualche tempo anche quelle non madreperlacee) è il bottone.
In Italia vi è la più alta concentrazione di fabbriche di bottoni in madreperla e si è instaurata una tradizione, visibile al Museo di Cupra Marittima, con l'esposizione di un campionatura davvero singolare dagli inizi del secolo ai giorni d'oggi.
La conchiglie più utilizzate per i bottoni di media e piccola taglia sono quelle del Trocus niloticus, mentre per i grandi bottoni vendono utilizzate le conchiglie di Pinctata margaritifera, di Turbo marmoratus e di Haliotis.
I bottoni realizzati con le Haliotis ("orecchie di mare") sono sicuramente quelli più particolari per effetto di iridescenze che richiamano il verde e l'azzurro con tutte le loro sfumature, ma sono anche quelli che solitamente hanno spessore minore.
Al museo sono presenti anche prototipi di bottoni realizzati da valenti incisori di Torre del Greco: Izzo, Ferrigno, Icardi; vere e proprie creazioni artistiche.
Il bottonificio Cannara di Busseto è presente al Museo con una vecchia macchina, una specie di punzonatrice rotante che perfora i gusci delle conchiglie e permette la realizzazione di tanti dischetti, del diametro voluto, e che poi vengono privati del periostraco, spianati, forati e trasformati in splendidi bottoni.
La recente utilizzazione di materie plastiche non ha intaccato il prestigio dei bottoni in madreperla che non potranno mai essere perfettamente imitati.

 

 

CERAMICHE E PORCELLANE

Una delle sezioni presenti al Museo Malacologico di Cupra Marittima è legata al nome di Bassano del Grappa e alle sue porcellane.
Per anni le conchiglie sono state modello per scultori, artisti e ceramisti di tutto il mondo: basti pensare alle fontane dove le tridacne ed i pettini stilizzati sono particolarmente presenti, e ai decori di palazzi ed edifici pubblici e privati.
I ceramisti di Bassano del Grappa spesso utilizzano i soggetti malacologici per la realizzazione di lampade, vasi, piatti, contenitori, oggetti d'uso in ceramica, ma anche in porcellana, addirittura impreziositi con oro e titanio.
Spesso la riproduzione delle conchiglie è così fedele che si stenta a riconoscere le vere dalle false, talvolta invece l'artista si ispira liberamente alle conchiglie realizzando vere e proprie creazioni ai limiti del verosimile e non facilmente riconducibili a quei meravigliosi gusci naturali prodotti dai molluschi.
Alcune aziende si ispirano alle conchiglie per fare servizi di piatti in ceramica per portate di pesce e per antipasti di mare, altre ancora, è il caso della tedesca Rosenthal, coinvolgono stilisti come Versace per decorare con soggetti malacologici ("i tesori del mare"), un importante servizio in porcellana con tanto di piatti, piattini, tazze e via dicendo.
Nella specifica sezione dove le ceramiche e le porcellane sono protagoniste, un piccolo spazio è dedicato ai vetri di Murano che si ispirano alle conchiglie, e agli elaborati di alcuni argentieri che con abilità riescono a rivestire le vere conchiglie con il prezioso metallo.

 

PIASTRELLOTECA MALACOLOGICA

Nell'ambito del Museo una particolare sezione è dedicata alle piastrelle in ceramica, con decori a sfondo malacologico, utilizzate nei rivestimenti.
Numerose aziende ceramiche si ispirano per i loro motivi decorativi alle conchiglie, specie per i rivestimenti di bagni e cucine; l'idea del mare in correlazione con l'acqua è il filo conduttore di molti stilisti, che non disdegnano di usare a modello: gusci di molluschi, fossili, chiocciole.
In rilievo, stilizzate, o fedeli al naturale sono innumerevoli le conchiglie che possono essere ammirate a Cupra Marittima sulle piastrelle esposte in appositi pannelli e addirittura nei rivestimenti dei servizi igienici di cui il museo è dotato.
Ogni anno la collezione di piastrelle decorate si arricchisce sempre più, tanto che la "Piastrelloteca Malacologica Mondiale" di Cupra è divenuta la più importante del genere esistente al mondo; oltre a campioni di aziende italiane vi figurano non pochi esemplari provenienti da tutta Europa.
Laura Biagiotti, Valentino, Rocco Barocco, Krizia, Versace, Dior, e Milandri non sono che alcuni dei nomi di stilisti e disegnatori impegnati anche nel decoro di piastrelle e presenti a Cupra con proprie creazioni.

 

 

MASCHERE MEMORIA E MAGIA

Le conchiglie sono tra le strutture più ingegnose che la natura abbia escogitato e, fin dalle origini delle civiltà, sono state loro attribuite grandi e misteriose proprietà.
Ogni popolo ha utilizzato le conchiglie che ha avuto a disposizione in maggiore quantità: i murici nel bacino del Mediterraneo, gli spondili in America, i coni in Africa, le ostriche perlifere in Polinesia, i nassaridi in Papua-Nuova Guinea.
Dogon e Kuba in Africa, Naga, Kachin, Akha in Asia, Maya e Chimù in Meso e Sud America, Chambri e Abelam in Melanesia, hanno messo in atto, attraverso gli oggetti esposti, forme per noi creative ed artistiche che rivelano una complessa organizzazione sociale ed elaborati rituali.
- L'Africa è il continente che ha maggiormente utilizzato le conchiglie per decorare utensili o per creare manufatti dalla funzione rituale. Qui le conchiglie si sono caricate di significati più che altrove.
- In Asia esistono gruppi di conchiglie ben differenziate che vanno a coincidere con precise entità geografiche: le Filippine, l'India e le aree del Triangolo d'Oro ed infine i paesi del Medio Oriente più prossimi all'Europa.
- Oceania: le conchiglie, in un mondo costituito da migliaia di arcipelaghi disseminati nell'Oceano Pacifico, acquistano valori molteplici.
- America: i popoli precolombiani di Mesoamerica e Sud America ci hanno lasciato molto e oggi, a distanza di centinaia di anni, riusciamo ancora a "parlare" con loro attraverso l'archeologia.
La mostra "Maschere, Memoria e Magia, testimonianza da quattro continenti" ha tutto un suo fascino che non potrà non catalizzare l'attenzione del visitatore per la ricchezza e la bellezza degli oggetti esposti.

 

 

SHOP E BOUTIQUE

Il Museo Malacologico Piceno di Cupra Marittima fra i servizi di cui dispone si evidenzia per la presenza di uno dei più forniti negozi di conchiglie esistenti al mondo. Oltre 10.000 sono le specie disponibili, provenienti da tutti i continenti. Accanto alle conchiglie da collezione e da souvenir lo shop del Museo presenta una serie infinita di oggetti realizzati con conchiglie e madreperla provenienti da Filippine, Cina, Tailandia, Vietnam e molti altri Paesi. Una sezione dello shop è dedicata ai meravigliosi cammei di Torre del Greco e alla madreperla.
Non mancano nel negozio: libri e francobolli tematici, stampe antiche malacologiche, oggetti d'uso e gioielli realizzati con conchiglie.
Fossili e minerali integrano la vocazione naturalistica nello shop.
Un settore speciale è costituito dalla "boutique malacologia" con cravatte, fazzoletti e sciarpette decorati con soggetti malacologici e realizzati a mano con la migliore seta.
Il negozio osserva orari di apertura con le stesse modalità del Museo; sono accettate le più importanti carte di credito e le monete estere.

 

 


ORARI:
Giugno: 16.00 - 20.30
(tutti i giorni, anche festivi)
Luglio e agosto: 16.00 - 22.30
(tutti i giorni, anche festivi)
Apr. - mag. - sett. : 15.30 - 19.00
(mar. - giov. - sab. - dom.)
Da ottobre a marzo: 15.00 - 18.30
(giov. - sab. - dom.)

(Per gruppi e scolaresche
sono possibili orari diversi)
Adulti 7,50 € Studenti 5,00 €
Gruppi 6,00 € (minimo 30)
Over 65 anni 6,00 €
Fino a 6 anni: gratis se
accompagnati dai genitori.

Informazioni aggiuntive

  • citta: CUPRA MARITTIMA

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