L'arte del merletto a fuselli prodotto a Offida si tramanda di generazione in generazione dal almeno cinque secoli. Gli affreschi, i dipinti, i libri modellari, così come i dati storici pubblicati già dal '500-'600 sono le fonti privilegiate dove rintracciare le immagini dell'antica produzione offidana. Si può supporre che sia il Maestro di Offida (seconda metà del '300) che Simone De Magistris (fine '500 e primi decenni del '600) si siano avvalsi di modelli di pizzi eseguiti a Offida, per riprodurli nelle loro opere, alcune delle quali visibili nel territorio. È del 1728 una supplica rivolta al Papa dai comuni di Offida, Ripatransone e Montecchio perché si vietasse l'introduzione di merletti dal Veneto; ciò lascia supporre una fiorente produzione locale.

Per tutto il '700 la produzione è testimoniata dai dati che si trovano negli archivi ecclesiastici della Collegiata Nuova dove è anche custodito un pregevole camice ornato di un pizzo a fuselli indossato, nel 1820, da San Gaspare del Bufalo, fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. La fine del XIX secolo offre il periodo di massimo splendore della produzione dei merletti a fusello; ciò contribuisce ad aumentare la consapevolezza di un manufatto di grande valore economico e artistico tanto da suscitare interesse scientifico. Nel 1905 il merletto è presente all'esposizione regionale di Macerata, mentre nel 1910-1911 le merlettaie partecipano alle fiere di Roma e Torino.

È del 1910 l'istituzione della prima scuola di merletto all'interno della scuola comunale, che avrà però vita breve visto che madri offidane non ammettono che siano altre ad istruire le figlie sulle arti e sui segreti del tombolo. In questo contesto sociale va ricercato il motivo per cui, pur vantando una tradizione secolare di lavorazione del merletto, a Offida non esiste ad oggi una scuola. Nel 1937 viene organizzata la prima fiera del merletto a tombolo, e nel 1950 la mostra mandamentale dell'Agricoltura, Industria, Commercio e Artigianato vede presenti i pizzi di Offida. Nel 1954 viene pubblicato nella rivista “Italia agricola” il primo studio storico moderno sul merletto scritto da Antonio Bamonte. Le mostre continuative nascono alle fine degli anni '60 e si svolgono durante l'estate. Con la sigla CO.AR.ME si costituisce nel 1979 la cooperativa artigiana merlettaie al fine di produrre e vendere i lavori eseguiti dalle socie. Fino al 1996 le mostre si svolgono nei locali del Comune, poi presso le scuole elementari, fino ad arrivare alla nascita nel 1998 del Museo del Merletto.

Istituito all'interno dell’ottocentesco palazzo De Castellotti – Pagnanelli, il Museo ospita materiali in parte di proprietà del museo, in parte di cittadini privati che danno in prestito per periodi più o meno lunghi i pezzi migliori delle loro collezioni; per questo motivo l’allestimento può variare a seconda dei periodi, offrendo risoluzioni espositive sempre nuove e interessanti. Di proprietà del Museo è l’abito di alta moda realizzato nel 1997 per una sfilata di Londra dallo stilista Antonio Berardi e indossato nell’occasione da Naomi Campbell. Il Museo è articolato in 7 Sale: la Sala 1 ospita documenti e fotografie, la Sala 2 i diversi settori di applicazione del merletto, la Sala 3 la ricostruzione della cappellina domestica del Palazzo e l'aspetto “sacro” del merletto, la Sala 4 la ricostruzione di una camera da letto, le Sale 5, 6 e 7 l'esposizione tipologica delle varie tecniche di lavorazione, pubblicazioni sul merletto offidano, attrezzi per la lavorazione, filati, disegni, campionari e diversi tipi di punti e lavori antichi e moderni.


Informazioni aggiuntive

  • citta: OFFIDA
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