Originale miniatrice

Ascoli Piceno 1600 - Roma 1670

Giovanna Garzoni rappresenta una singolare figura di artista, nota per le sue pregevoli miniature e soltanto di recente apprezzata per aspetti non meno importanti della sua creatività, come la pittura, la ritrattistica o, addirittura, l'illustrazione scientifica.

Nacque ad Ascoli Piceno forse da famiglia originaria di Venezia, e crebbe in un ambiente artistico (quella della madre fu una famiglia di orafi), guidata nelle prime esperienze del disegno dallo zio Pietro Gaia, seguace di Palma il giovane.

Abbiamo pochissime notizie sui primi anni ascolani, la stessa data di nascita fu rilevata in una "sacra famiglia" datata 1616 "anno suae aetatis XVI", ora scomparsa.

Da Ascoli si trasferì a Venezia, forse indirizzatavi dallo zio, e qui la sua limitata produzione fu caratterizzata da soggetti sacri che evidenziano una chiara influenza del Palma, tanto da non escludere contatti con la sua bottega.

Nel 1630 si trasferì a Napoli al servizio della famiglia del Vicerè, ed iniziò la sua carriera di ritrattista, che le dette subito discreta notorietà, tanto da essere chiamata alla corte del duca di Savoia Amedeo I per interessamento della moglie, Cristina di Francia.

A Torino restò pochi anni, fino al 1637, ma fu un periodo molto intenso, che ne decretò definitivamente la fama come miniaturista e ritrattista.

Di quel periodo molte opere realizzate per la corte sabauda, soprattutto i ritratti dei duchi, che rivelano le sue qualità e la sua tecnica.

Per quanto legata a stilemi del tardo manierismo, nelle sue opere la Garzoni espresse in tutta originalità tecniche di dosaggio del colore tali da dare al ritratto ed ai soggetti una luminosità ed una vivacità decisamente particolari.

A Torino fu anche in contatto con un ambiente culturale aperto alle influenze internazionali, soprattutto quelle francesi, e le sue opere ne risentirono fortemente.

Al periodo torinese vanno fatte risalire le sue prime nature morte, veri esempi di incrocio di tecniche ed influenze: nelle composizioni la Garzoni seppe mixare con sapiente scelta artistica le influenze fiamminghe e lombarde, poi imitata da quel Monfort che possiamo considerare come il suo erede naturale a Torino.

La parentesi torinese si chiuse nel 1637. Dopo alcuni viaggi in Europa (forse Londra e Parigi), l'artista si stabilì a Firenze dove, in contatto con Cassiano del Pozzo, fu tentata dall'esperienza artistica che caratterizzerà la seconda parte della sua vita. Alle nature morte affiancò vasi di fiori, opere che hanno tramandato la sua abilità nel miniare e riprodurre splendide composizioni.

A Firenze realizzò anche l'erbario figurato, testimonianza di una probabile vicinanza all'ambiente dei Lincei, che farà della Garzoni un illustratore scientifico importante ma sui generis: alla perfezione della riproduzione ed all'indagine della pianta non sacrificò la personale interpretazione della luce, del dosaggio dei colori, della disposizione dell'immagine.

Dopo alcuni anni al servizio dei Medici, nel 1650 si trasferì definitivamente a Roma, dove rimase fino alla morte, frequentando l'Accademia di San Luca alla quale lasciò un taccuino con una serie di sue miniature.

Miniò e disegnò fino alla fine, rispondendo anche ad una costante e fedele committenza, testimonianza della notorietà raggiunta che, sicuramente, ne fece una protagonista della Roma del '600. A Roma morì nel febbraio del 1670.

Giovanni Martinelli

Informazioni aggiuntive

  • citta: ASCOLI PICENO

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